IL CAMMELLO CHE FECE I SUOI BISOGNI IN UN FIUME
Un cammello, nell’attraversare un
fiume che scorreva rapido, fece i suoi bisogni. Quando vide lo sterco passare
subito davanti a lui, trascinato dalla vorticosa corrente, esclamò: «Che
succede? Quello che era dietro di me ora lo vedo scivolare davanti a me!».
La favola va bene per uno stato
in cui hanno il potere gli infimi e gli sciocchi invece delle persone
ragguardevoli e dei saggi.
IL CAMMELLO, L’ELEFANTE E LA
SCIMMIA
Gli animali si erano riuniti in
assemblea per scegliere un re. Erano in lizza il cammello e l’elefante, che si
presentavano come candidati con la speranza di essere preferiti tra tutti gli
altri per le notevoli dimensioni del loro corpo e per la loro forza. Ma la
scimmia osservò che nessuno dei due era adatto per regnare: «Il cammello»
disse, «perché è incapace di arrabbiarsi con gli iniqui, l’elefante, perché
corriamo il rischio di venir attaccati da un porcellino, che gli fa una paura
matta».
La favola dimostra che talvolta
ragioni di poco conto impediscono a molti di intraprendere le più grandi
imprese.
IL CAMMELLO E ZEUS
Il cammello aveva visto un toro
tutto fiero delle sue corna e, pieno di invidia, volle averne anch’egli un paio
uguali. Si recò quindi da Zeus e lo supplicò di concedergliele. Ma il dio si
sdegnò con lui, perché, non contento dell’imponenza e della forza delle sue
membra, moriva dalla voglia di ottenere ancora qualcosa di più. E così non solo
non gli donò le corna, ma gli portò via addirittura una parte delle orecchie.
Nello stesso modo molti, che per
avidità guardano gli altri con invidia, non si rendono conto di perdere anche
le prerogative che sono loro proprie.
IL CAMMELLO CHE DANZAVA
Un cammello, costretto dal
proprio padrone a danzare, esclamò: «Ma se sono goffo anche quando cammino,
figurarsi quando ballo!».
Questa favola può essere
raccontata a proposito di tutte le azioni prive di grazia.
IL CAMMELLO CHE FU VISTO PER LA
PRIMA VOLTA
La prima volta che videro il
cammello gli uomini, presi da un folle terrore davanti a quell’animale grande e
grosso, se la diedero a gambe. Ma con il passare del tempo, quando si accorsero
della sua mitezza, trovarono tanto coraggio da avvicinarglisi. Finché,
rendendosi conto a poco a poco che il cammello è incapace di arrabbiarsi,
giunsero a un tale disprezzo che gli gettarono intorno al collo delle briglie e
lo diedero da condurre ai ragazzi.
La favola dimostra che
l’abitudine ridimensiona ciò che incute spavento.
Un dromedario nel deserto dell’Oman
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