IL CORVO E LA VOLPE
Un corvo si era posato su un
albero con un pezzo di carne rubata. Lo vide una volpe che, decisa a
impadronirsi della carne, si fermò ai piedi dell’albero e incominciò a lodare
le notevoli dimensioni e la bellezza del corvo, aggiungendo inoltre che nessuno
meglio di lui era fatto per regnare sugli uccelli. E certo sarebbe diventato
re, se solo avesse avuto la voce. Il corvo, per dimostrarle che possedeva anche
quella, lasciò andare il suo bottino e si mise a gracchiare a gola spiegata. Al
che la volpe si precipitò ad afferrare la carne, osservando: «Se tu avessi
anche cervello, caro il mio corvo, non ti mancherebbe nulla per regnare su
tutti».
La favola è fatta su misura per
gli sciocchi.
IL CORVO E IL SERPENTE
Un corvo che non aveva nulla da
mettere sotto i denti vide un serpente che dormiva al sole, planò su di lui e
lo ghermì. Ma il serpente si rivoltò e lo morse, e il corvo, morente, esclamò:
«Povero me! Una bella scoperta davvero, ho fatto, che mi uccide».
Si può raccontare questa favola a
proposito di chi, per aver scoperto un tesoro, mette a repentaglio addirittura
la vita.
IL CORVO AMMALATO
Un corvo ammalato disse alla
madre: «Prega gli dei, mamma, e non piangere». E la madre: «Ma quale degli dei
avrà compassione di te, figlio mio? Ce n’è uno, forse, cui tu non abbia rubato
la carne?».
La favola dimostra che, se nel
corso della vita ci si fanno molti nemici, non si troverà nessun amico nel
momento del bisogno.
LA CORNACCHIA E IL CORVO
La cornacchia, che era invidiosa
del corvo perché fornisce presagi agli uomini, preannunzia il futuro e viene
perciò chiamato da loro a testimonio (1), volle fare lo stesso. Quando vide
alcuni viandanti passare nelle vicinanze, volò su un albero, vi si posò e si
mise a gracchiare a gola spiegata. I passanti, a quel suono, si voltarono
spaventati, ma uno di loro prese la parola e disse: «Andiamo pure avanti,
amici, perché è solo una cornacchia: il suo gracchiare non preannunzia un bel niente».
Così anche tra gli uomini quanti
si mettono in gara con chi è più forte, oltre a non eguagliarlo, si attirano
per di più il ridicolo.
LA CORNACCHIA E IL CANE
Una cornacchia che offriva un
sacrificio ad Atena invitò un cane al banchetto. «È inutile che tu sperperi le
tue sostanze in sacrifici» le disse il cane. «Tanto la dea non ti può soffrire
al punto d’aver tolto ogni credibilità ai tuoi presagi». Ma la cornacchia
rispose: «Anzi, proprio perché so che mi odia sacrifico ad Atena, per farla
riconciliare con me».
Così molti per paura non esitano
a fare del bene ai loro nemici.
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(1) Il corvo era animale sacro ad
Apollo, in quanto il suo volo dava presagi e Apollo era patrono della divinazione.
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