lunedì 19 marzo 2018

173 Questione di scala (di Fredric Brown)



Come in altri suoi racconti, nei quali il punto di vista è fondamentale per capire quanto la soggettività condizioni l’interpretazione della realtà, anche in questo breve racconto (pubblicato nel 1954, con il titolo “Pattern”, che si potrebbe tradurre con “Comportamento esemplare”) si tratta di una questione di punto di vista. O meglio, di una questione di scala. Come noi (rappresentati dalle vacue signorine Macy) siamo indifferenti alla vita degli insetti che infestano i nostri giardini, così i giganteschi alieni che hanno invaso la Terra non sono affatto interessati agli umani, piccoli insetti che abitano il pianeta. Nel racconto, inoltre, si può leggere anche una critica all’uso di sostanze tossiche, che negli anni Cinquanta del secolo scorso contribuì al diffondersi di una coscienza ecologista, ancor oggi non pienamente diffusa (vedi certe scelte politiche del signor Trump).
Dopo la traduzione italiana, puoi leggere l’originale in inglese.

«Non capisco perché la gente si preoccupi tanto» disse la signorina Macy fiutando l’aria. «Finora non ci hanno fatto niente, no?»
Altrove, in tutte le città, regnava il panico. Ma non nel giardino della signorina Macy. Con calma, serenamente, ella alzò gli occhi e guardò di nuovo gli invasori, mostruose sagome alte più di mille metri. Erano sbarcati una settimana fa, da un’astronave lunga almeno cento chilometri che s’era posata sul deserto dell’Arizona. Erano usciti in lunga fila - almeno in mille - dal ventre del vascello, e ora se ne andavano in giro per tutta la Terra.
Ma, come faceva notare la signorina Macy, non avevano toccato nulla, non avevano fatto del male a nessuno. Non erano abbastanza densi per rappresentare un pericolo. Quando uno di loro ti calpestava, o calpestava la casa in cui ti trovavi, tutto si oscurava di colpo e non vedevi più niente finché non avesse spostato il piede: ma tutto finiva lì.
Non avevano mostrato il minimo interesse per gli esseri umani e ogni tentativo di comunicare con loro s’era dimostrato vano, come del resto ogni tentativo di distruggerli. L’esercito e l’aviazione avevano fatto di tutto, ma i grossi calibri li centravano in pieno senza turbarli, e neppure una bomba H, sganciata su uno di loro mentre attraversava una zona deserta, l’aveva minimamente infastidito.
Gli uomini, era chiaro, non li interessavano affatto.
«E questa» disse la signorina Macy a sua sorella, che, non essendo sposata, era naturalmente anche lei signorina Macy, «è la prova che non vogliono farci del male, non trovi?»
«Speriamo bene, Amanda» disse la sorella della signorina Macy. «Ma guarda cosa stanno facendo adesso».
Era una giornata molto limpida, o piuttosto, lo era stata. Il cielo, fino a poco prima, era d’un azzurro tesissimo e le grandi spalle, le teste quasi umanoidi dei giganti, si distinguevano nettamente, lassù, a un miglio da terra. Ma ora l’atmosfera s’andava annebbiando, notò la signorina Macy seguendo lo sguardo della sorella. I giganti, qui, erano due, e ciascuno teneva tra le mani un oggetto cilindrico, da cui sprizzavano grandi nubi di una sostanza vaporosa che scendeva lentamente a coprire la Terra.
La signorina Macy fiutò di nuovo l’aria.
«Fanno delle nuvole. Forse è il loro modo di divertirsi un po’, di giocare. Che male ci possono fare con qualche nuvola? Non capisco perché la gente si preoccupi tanto».
Tornò al suo lavoro.
«Cos’è che stai spruzzando, Amanda?» chiese sua sorella. «Un fertilizzante liquido?»
«No», disse la signorina Macy. «Un insetticida».

TESTO ORIGINALE:

Miss Macy sniffed. “Why is everyone worrying so? They’re not doing anything to us, are they?”
In the cities, elsewhere, there was blind panic. But not in Miss Macy’s garden. She looked up calmly at the monstrous mile-high figures of the invaders.
A week ago, they’d landed, in a spaceship a hundred miles long that had settled down gently in the Arizona desert. Almost a thousand of them had come out of that spaceship and were now walking around.
But, as Miss Macy pointed out, they hadn’t hurt anything or anybody. They weren’t quite substantial enough to affect people. When one stepped on you or stepped on a house you were in, there was sudden darkness and until he moved his foot and walked on you couldn’t see; that was all.
They had paid no attention to human beings and all attempts to communicate with them had failed, as had all attacks on them by the army and the air force. Shells fired at them exploded right inside them and didn’t hurt them. Not even the H-bomb dropped on one of them while he was crossing a desert area had bothered him in the slightest.
They had paid no attention to us at all.
“And that,” said Miss Macy to her sister who was also Miss Macy since neither of them was married, “is proof that they don’t mean us any harm, isn’t it?”
“I hope so, Amanda,” said Miss Macy’s sister. “But look what they’re doing now.”
It was a clear day, or it had been one. The sky had been bright blue and the almost humanoid heads and shoulders of the giants, a mile up there, had been quite clearly visible. But now it was getting misty, Miss Macy saw as she followed her sister’s gaze upward. Each of the two big figures in sight had a tanklike object in his hands and from these objects clouds of vaporous matter were emerging, settling slowly toward Earth.
Miss Macy sniffed again. “Making clouds. Maybe that’s how they have fun. Clouds can’t hurt us. Why do people worry so?”
She went back to her work.
“Is that a liquid fertilizer you’re spraying, Amanda?” her sister asked.
“No,” said Miss Macy. “It’s insecticide.”




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