lunedì 19 marzo 2018

175 Il solipsista (di Fredric Brown)



Può la fantascienza occuparsi di Dio? Certo che può! Lo dimostrano questo racconto (e quello del prossimo post), in cui Brown non si fa scrupolo di chiamare il protagonista con il nome di Walter B. Jehovah!
Il racconto venne pubblicato nel 1954; trovi il testo originale, intitolato “Solipsist”, dopo la traduzione in italiano.

Walter B. Jehovah (non ve la prendete con me, si chiamava davvero così) era stato un solipsista per tutta la vita. Un solipsista, nel caso non lo sappiate, è un tale che crede di essere la sola cosa veramente esistente, che l’altra gente e l’universo generale esistono solo nella sua immaginazione e che se lui smettesse di immaginarli cesserebbero d’esistere.
Un giorno, Walter B. Jehovah diventò solipsista militante. Nel giro di una settimana, sua moglie era scappata con un altro uomo, lui aveva perso il posto di magazziniere e si era rotto una gamba correndo dietro a un gatto nero per impedirgli di attraversargli la strada.
Mentre era in ospedale, decise di farla finita.
Guardando fuori della finestra, fissò le stelle e volle che cessassero d’esistere. Le stelle sparirono.
Volle poi che tutta l’altra gente cessasse d’esistere, e l’ospedale si fece stranamente silenzioso, ancor più silenzioso del solito.
Passò poi al mondo, e si ritrovò sospeso nel vuoto.
Con la stessa facilità si liberò del proprio corpo, e poi giunse finalmente ad annullare sé stesso.
Strano, Walter B. Jehovah pensò. Possibile che il solipsismo abbia dei limiti?
"Sì" disse una voce.
"Chi sei?" chiese Walter B. Jehovah.
"Sono quello che ha creato l’universo che tu hai appena fatto sparire, e adesso che hai preso il mio posto…" ci fu un profondo sospiro, "posso finalmente cessare la mia stessa esistenza, trovare la pace e lasciare che sia tu a continuare."
"Ma…come si fa a cessare d’esistere? È proprio questo che sto cercando di fare!"
"Sì, lo so" disse la voce. "Devi fare come ho fatto io: crea un universo, e aspetta finché non verrà uno come te ad annullarlo, poi potrai andare in pensione e lasciare che sia lui a continuare. Be', addio."
E la voce sparì.
Walter B. Jehovah era solo nel vuoto, e c’era una sola cosa che potesse fare.
Creò il cielo e la terra.
Gli ci vollero sette giorni.

TESTO ORIGINALE:

Walter B. Jehovah, for whose name I make no apology since it really was his name, had been a solipsist all his life. A solipsist, in case you don't happen to know the word, is one who believes that he himself is the only thing that really exists, that other people and the universe in general exist only in his imagination, and that if he quit imagining them, they would cease to exist. 
One day, Walter B. Jehovah became a practicing solipsist. Within a week, his wife had run away with another man, he'd lost his job as a shipping clerk and he had broken his leg chasing a black cat to keep it from crossing his path. 
He decided, in a hospital, to end it all. 
Looking out the window, staring up at the stars, he wished them out of existence, and they weren't there anymore. Then he wished all other people out of existence, and the hospital became strangely quiet, even for a hospital. Next the world, and he found himself suspended in a void. He got rid of his body quite easily and then took the final step of willing himself out of existence. 
Nothing happened. 
Strange, he thought, can there be a limit to solipsism? 
"Yes," a voice said. 
"Who are you??" Walter B. Jehovah asked. 
"I am the one who created the universe which you have just willed out of existence. And now that you have taken my place" - there was a deep sigh - "I can finally cease my own existence, find oblivion, and let you take over." 
"But… how can I cease to exist? That's what I'm trying to do, you know." 
"Yes, I know," said the voice. "You must do it the same way I did. Create a universe. Wait until someone in it really believes what you believed and wills it out of existence. Then you can retire and let him take over. Good-bye now." 
And the voice was gone. Walter B. Jehovah was alone in the void an there was only one thing he could do. He created the heaven and the earth. 
It took him seven days.





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