La razza dei vampiri non è
una leggenda; nel XXII secolo era ancora viva, ma gli uomini le hanno dato la
caccia e l’hanno sterminata. Due unici esemplari si sono salvati, grazie alla
macchina del tempo che sono riusciti a costruire e che ha permesso loro di
fuggire per migliaia di anni nel futuro; sperano di giungere in un’epoca in cui
non ci sia più paura di loro e in cui loro possano trovare quel sangue (“Blood”
è appunto il titolo originale del racconto) di cui hanno bisogno per
sopravvivere.
Questo racconto (pubblicato
nel 1963) immagina con il tono leggero tipico di Brown un futuro assurdo,
dominato sempre e comunque dalla violenza o dall’incapacità per chi è diverso
di vivere in pace con le altre specie esistenti.
Vron e Dreena, gli unici due sopravvissuti della razza dei vampiri,
fuggivano nella loro macchina del tempo, per sottrarsi all'annientamento
totale. Si tenevano per mano, consolandosi l'un l'altro del terrore e della
fame che provavano.
Nel ventiduesimo secolo l'umanità li aveva scoperti: gli uomini avevano
dovuto rendersi conto che i vampiri vivevano veramente nascosti in mezzo a
loro, che non si trattava di una leggenda, ma di un fatto incontestabile.
C'era stata una carneficina sistematica che aveva portato allo sterminio
di tutti i vampiri, tranne questi due, che lavoravano già da un pezzo alla
macchina del tempo e che la finirono appena in tempo per farla partire.
Verso un lontano futuro in cui la stessa parola vampiro fosse sconosciuta
e dove potessero vivere indisturbati, insospettati e rigenerare la razza dai
loro lombi.
«Ho fame, Vron, una fame terribile»
«Anch'io, povero tesoro. Fra poco ci fermeremo di nuovo.»
Si erano già fermati quattro volte e ogni volta erano sfuggiti di poco
alla morte. I vampiri non erano stati dimenticati. L'ultima fermata, mezzo
milione di anni avanti, li aveva sbarcati in un mondo abitato da cani: l'uomo
era scomparso, e i cani si erano civilizzati, diventando simili all'uomo.
Tuttavia Vron e Dreena erano stati riconosciuti per quello che erano.
Riuscirono a mangiare una sola volta grazie al sangue di una cagnetta calda e
morbida, ma subito dopo furono costretti a fuggire sulla macchina del tempo e a
riprendere il viaggio.
«Grazie per esserti fermato» disse Dreena, e sospirò.
«Non ringraziare me» rispose Vron bruscamente. «Il viaggio è finito. Non
abbiamo più combustibile ormai, e non lo troveremo certo qui. A quest'ora tutte
le sostanze radioattive si saranno certo trasformate in piombo. Dobbiamo vivere
qui... non abbiamo altra scelta.»
Uscirono in esplorazione.
«Guarda!» disse Dreena, eccitata, indicando qualcosa che si stava
avvicinando. «Una nuova creatura! I cani non ci sono più e qualcos'altro ha
preso il loro posto. Sicuramente si sarà persa la memoria di noi vampiri.»
L'essere che si stava avvicinando era telepatico.
«Ho sentito i vostri pensieri» disse una voce nelle loro teste. «Vi state
chiedendo se noi conosciamo i vampiri: no, non li conosciamo.»
Dreena afferrò il braccio di Vron in estasi. «Libertà» mormorò affamata
«e cibo!»
«Vi chiederete anche» disse la voce nelle loro teste «quale sia la nostra
origine e come si sia sviluppata la nostra razza. Tutte le forme di vita sono
ora vegetali. Io» disse la strana creatura chinandosi verso di loro «appartengo
alla razza dominante. Sono, a chiamarmi con la parola usata un tempo, una
rapa.»
TESTO ORIGINALE:
In their time machine, Vron and Dreena, last two survivors of the race of
vampires, fled into the future to escape annihilation. They held hands and
consoled one another in their terror and their hunger.
In the twenty-second century
mankind had found them out, had discovered that the legend of vampires living
secretly among humans was not a legend at all, but fact.
There had been a pogrom that had found and killed every vampire but these
two, who had already been working on a time machine and who had finished in
time to escape in it.
Into the future, far enough into the future that the very word vampire
would be forgotten so they could again live unsuspected - and from their loins
regenerate their race.
"I'm hungry, Vron. Awfully
hungry."
"I too, Dreena dear. We'll
stop again soon."
They had stopped four times
already and had narrowly escaped dying each time. They had not been forgotten.
The last stop, half a million years back, had shown them a world gone to the
dogs -quite literally: human beings were extinct and dogs had become Civilized
and man-like. Still they had been recognized for what they were. They'd managed
to feed once, on the blood of a tender young bitch, but then they'd been
hounded back to their time machine and into flight again.
"Thanks for stopping," Dreena said. She sighed.
"Don't thank me," said Vron grimly. "This is the end of
the line. We're out of fuel and we'll find none here-by now I radioactives will
have turned to lead. We live here. . . or else."
They went out to scout.
"Look," said Dreena excitedly, pointing to something walking toward
them. "A new creature! The dogs are gone and something else has taken over.
And surely we're forgotten."
The approaching creature was telepathic. "I have heard your
thoughts," said a voice inside their brains. "You wonder whether we
know 'vampires,' whatever they are. We do not."
Dreena clutched Vron's arm in
ecstasy. "Freedom!" she murmured hungrily. "And food!"
"You also wonder,"
said the voice, "about my origin and evolution. All life today is
vegetable. “I" - He bowed low to them. "I, a member of the dominant
race, was once what you called a turnip."
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