venerdì 30 giugno 2017

78 Sei favole con protagonista Zeus (di Esopo)



ZEUS E IL PUDORE

Zeus, quando formò gli uomini, assegnò loro tutte le varie inclinazioni, ma dimenticò il pudore e, visto che poi non sapeva più come introdurlo, gli ordinò di penetrare attraverso il sedere. In un primo momento quello si rifiutò, indignato per l’ingiusto trattamento; ma infine, sotto le incalzanti pressioni di Zeus, esclamò: «Lo faccio solo a questa condizione: che Eros non entri mai per di là. E, se vi entrerà, io me ne andrò all’istante». Ecco perché tutti i depravati non hanno alcun pudore.
La favola dimostra che chi è in balia di amore diviene spudorato.

ZEUS E GLI UOMINI

Quando plasmò gli uomini, Zeus diede a Ermes l’incarico di instillare in loro l’intelligenza e il dio, dopo averla divisa in parti uguali, ne versò una dose per ciascuno. Ma così andò a finire che gli uomini di fisico minuto, colmi della misura loro toccata, divennero saggi, mentre quelli grandi e grossi, visto che il liquido non poteva giungere in tutte le membra, restarono sciocchi.
La favola è adatta per chi ha un corpo imponente, ma poco cervello.

ZEUS E IL SERPENTE

In occasione delle nozze di Zeus, tutti gli animali gli portarono dei doni, ciascuno secondo le proprie possibilità. Anche il serpente, strisciando, si inerpicò fino a lui con una rosa in bocca. Ma Zeus, appena lo vide, esclamò: «I regali di tutti gli altri li accetto, ma dalla tua bocca non prendo un bel niente!».
La favola dimostra che delle gentilezze dei malvagi bisogna aver paura.

ZEUS E L’ORCIO DEI BENI

Zeus rinchiuse tutti i beni in un orcio, che affidò a un uomo. Ma costui, che era curioso e moriva dalla voglia di sapere che cosa l’orcio contenesse, tolse il coperchio e i beni se ne volarono via fino all’ultimo, tornando dagli dei.
Resta con gli uomini soltanto la speranza. Che promette di dar loro i beni fuggiti.

ZEUS E LA TARTARUGA

Quando si sposò, Zeus invitò al banchetto tutti gli animali. La tartaruga fu l’unica a non presentarsi e Zeus, che non riusciva a indovinarne il motivo, il giorno seguente le domandò perché lei sola non fosse venuta al pranzo. «Casa mia, casa ottima» fu la risposta. Al che il dio, sdegnato, condannò la tartaruga a prendersi sulle spalle la sua casa e a portarsela sempre con sé.
Così molti uomini preferiscono vivere con semplicità in casa propria che abitare tra gli agi a casa d’altri.

LE API E ZEUS

Le api, che non volevano concedere agli uomini il proprio miele, si recarono da Zeus e lo pregarono di accordare loro la forza di uccidere con un colpo di aculeo quanti si avvicinavano ai favi. Ma Zeus, sdegnato con le api per la loro malignità, stabilì che quando colpiscono qualcuno esse perdano il pungiglione e, in seguito a questo, anche la vita.
Questa favola potrebbe essere applicata a quegli uomini maligni che sopportano di lasciarsi coinvolgere anch’essi nei danni da loro provocati.







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