domenica 24 dicembre 2017

146 Alla luna (di Giacomo Leopardi)



Questo idillio è del 1819, lo stesso anno de L’infinito, ma rispetto a questo è di gran lunga minore. Tuttavia ha un suo interesse, perché vi compare un tema importante della poesia leopardiana, quello della ricordanza: la dolcezza del ricordo è tale anche quando la vita presente è triste e il ricordo riguarda un passato doloroso. Questo tema, comunque, troverà nella poesia più matura del Leopardi degli sviluppi assai più profondi, che qui ancora non ci sono e l’idillio si limita ad essere una imitazione semplice dei poeti idillici greci.

O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l'anno, sovra questo colle
io venia pien d'angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, ché travagliosa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova
la ricordanza, e il noverar l'etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l'affanno duri!

PARAFRASI:
O luna graziosa, io mi ricordo
che, un anno fa, sopra questo colle
io venivo ad ammirarti pieno d’angoscia:
e allora tu pendevi su quel bosco
così come fai adesso, che lo illumini tutto.
Ma annebbiato e tremolante a causa delle lacrime
che mi spuntavano negli occhi, il tuo aspetto
appariva al mio sguardo, perché dolorosa
era la mia vita: e lo è ancora, non ha cambiato carattere,
o mia luna diletta. Eppure mi è gradito
il ricordo, e rievocare l’età
del mio dolore. Oh come giunge gradito
quando si è giovani, quando la speranza ha ancora
una lunga strada davanti a sé mentre la memoria ce l’ha breve,
ricordarsi delle cose passate,
anche se furono tristi, e sebbene continui il dolore.

Manoscritto autografo di Leopardi della poesia


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